27/06/11

Fabrizio De Andrè e la sua Giovanna d'Arco

Giovanna d'Arco


Attraverso il buio, Giovanna d'Arco
precedeva le fiamme, cavalcando
nessuna luna, per la sua corazza
nessun uomo nella sua fumosa notte, al suo fianco.

Della guerra sono stanca, ormai
al lavoro di un tempo, tornerei
a un vestito da sposa o qualcosa di bianco
per nascondere questa mia vocazione, al trionfo ed al pianto.

Rit.

Son parole le tue, che volevo ascoltare
ti ho spiata ogni giorno, cavalcare
e a sentirti così ora so cosa voglio
vincere un'eroina così fredda, abbracciarne l'orgoglio.

E chi sei tu lei disse, divertendosi al gioco,
chi sei tu che mi parli così senza riguardo,
veramente, stai parlando col fuoco
e amo la tua solitudine, amo il tuo sguardo.

Rit.

E se tu sei il fuoco, raffreddati un poco
le tue mani ora avranno da tenere qualcosa,
e tacendo, gli si arrampicò dentro
ad offrirgli il suo modo migliore, di essere sposa.

E nel profondo, del suo cuore rovente
lui prese ad avvolgere Giovanna d'Arco
e là in alto, e davanti alla gente
lui appese, le ceneri inutili del suo abito bianco.

Rit.

E fu dal profondo del suo cuore rovente
che lui prese Giovanna e la colpì nel segno
e lei, capì chiaramente
che se lui era il fuoco, lei doveva essere il legno.

Ho visto la smorfia del suo dolore,
ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante
anche io vorrei luce ed amore,
ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante.

Rit.

Dall'album "Canzoni" - 1974

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